Nicola Fano

teatro e altre cose

Michelangelo e i pensatori

michelangelo-copertinaMichelangelo e i pensatori
Apologia del dubbio nelle arti
144 pagine 16.50 Euro Isbn 9788892764255

Che cosa unisce Ercole e di Fellini, Oreste e Neottolemo, Amleto e Candido, Michelangelo e Alberto Burri, Iago e Godot, il colonnello Aureliano Buendía e Edipo, Zeno Cosini e i Beatles? Il filo rosso che lega queste mitiche figure dell’immaginario occidentale è la fede nel dubbio e nell’attesa che lo produce e lo alimenta. Proprio attraverso questi due elementi – l’esercizio del dubbio e il rispetto dei tempi d’attesa – scrittori, pittori, cineasti e drammaturghi hanno inteso descrivere la propensione alla riflessione e all’esercizio critico che conducono alle decisioni piccole e grandi della vita di ciascun individuo. Perché poi, in fondo, che si tratti di un “eroe” o di una persona comune, i dilemmi che ci attanagliano sono sempre gli stessi: meglio affidarsi alla propria volontà o cedere al destino?, meglio anteporre il dovere o perdersi nel piacere?

Nei dubbi di Ercole, Oreste, Edipo, Amleto, Aureliano Buendía, Zeno Cosini e tutti gli altri protagonisti di questo libro ci sono i nostri dubbi: nelle loro scelte ci sono le possibili soluzioni ai nostri problemi.

Chiudendo una ideale trilogia sulle reciproche interferenze delle arti (iniziata con La candela di Caravaggio e Cleopatra e il serpente) lo storico del teatro e della comunicazione visiva Nicola Fano continua a perlustrare gli incroci della creatività occidentale per suggerire quale possa essere la lezione (o, per meglio dire, quali siano i consigli) che ciascuno di noi può trarre dall’osservazione di un quadro, dalla lettura di un libro, dalla visione di un film o di uno spettacolo teatrale. Il problema, infatti, è acquisire un metodo di analisi e poi applicarlo all’insieme delle nostre esperienze estetiche.

Perciò, in estrema sintesi, questo è un libro che guida il lettore in una ragnatela di storie e riferimenti, mescolando avventure e suggestioni per tentare di convincerlo – con l’esempio dei classici del passato e del presente – che fermarsi a riflettere è più utile che ostentare certezze vuote.

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